LEGIONE LOMBARDA , ZAPPATORI , UOMINI D’ ARMI
Organizzazione ed Uniformi
Dopo la battaglia del ponte di Lodi , con l’ entrata in Milano delle truppe francesi , la conquista delle legazioni pontificie di Bologna e Ferrara inizia la nuova stagione figlia delle parole Libertà Eguaglianza e Fraternità.
Si organizzano in Milano le strutture che governeranno le nuove terre conquistate e
nell’ ottobre dell’ anno 1796 l’ Amministrazione Generale della Lombardia mette mano alle questioni riguardanti il militare.
E’ necessario organizzare la truppa assoldata per la difesa del nuovo Stato , si crea la Legione Lombarda , è necessario per la città di Milano riorganizzare la milizia urbana , diventerà Guardia Nazionale , riorganizzare la milizia che si occupava dell’ ordine pubblico nelle campagne gli Uomini d’ Armi e dulcis in fundo assecondare i bisogni delle truppe francesi vincitrici , gli Zappatori.
Non ci occuperemo qui della guardia nazionale , ci occuperemo invece degli Zappatori , degli Uomini d’ Armi e della Legione Lombarda.
ZAPPATORI
Per questi compare in data 7 vendemmiatore anno V (28/9/1796) l’ avviso indirizzato al Cittadino Cancelliere del Distretto che così annunciava:
L’ Amministrazione Generale della Lombardia avendo stabilito di unire un corpo di seicento Zappatori , che devono lavorare alle fortificazioni di vari posti importanti nella Lombardia sotto la direzione dei Generali Francesi , colla paga di soldi quattordici al giorno per ogni semplice Zappatore oltre il vitto , l’ alloggio , il vestito , le scarpe ed una ricompensa nei giorni di straordinario travaglio , si dirige a voi Cittadino Cancelliere , acciocché indilatamente annunciate alle rispettive Comunità questa provvida disposizione , che serve ad occupare utilmente , e senza loro rischio tanti Cittadini ora rimasti senza impiego , facendo iscrivere su di una nota , che ci spedirete al più presto possibile , il nome , cognome , Patria , età ,e stato di quelli che si offrono , acciocché noi possiamo sciegliere fra quelli i più bisognosi ed atti , onde nominarli a tale impiego.
L’ Amministrazione avrà così prova del vostro zelo , e verrete da essa ricompensato con una straordinaria gratificazione.
Parallelamente in Bologna e Ferrara, con gli ordini provenienti da Milano che qui di seguito proponiamo.
Dal Quartier Generale di Milano li 3 vendemmiatore (24 settembre ) anno V della Repubblica Francese.
Copia della Lettera del Cittadino Bonaparte Generale in Capo dell’ Armata d’ Italia.
Al Cittadino Manneville Comandante della Piazza di Bologna.
COMANDANTE
Vi prego d’ andar inteso col Senato di Bologna ad effetto di organizzare per tutto il Bolognese un Battaglione di Guastatori composto di cinque Compagnie , ciascuna di 120 Uomini.
Di concerto col Senato voi ne nominerete gli Ufficiali. Egli s’ incaricherà di far far loro quell’ uniforme , che più gli piacerà , purché però non sia bianco. Sarà egualmente della di lui sollecitudine , e premura il provvederli degli Istrumenti necessari.
Sottoscritto BONAPARTE
In data 12 vendemmiaio anno V (3/10/1796) il comandante della Piazza ai membri componenti il Senato di Bologna .
Cittadini Senatori.
Incaricato dal Generale in capo di concorrere con voi alla formazione d’ un Corpo di Guastatori , è cosa essenziale di prevenire i Cittadini , e Contadini , i quali desiderassero entrarvi , che questi corpi concorrono , come tutti gli altri , all’ avanzamento militare , senza correrne ciò non ostante i pericoli. Il servizio loro si restringe a rendere le strade più praticabili all’ Armata , o a farne delle nuove , se il bisogno li ricchiegga.Questo Corpo deve riguardarsi , come parte dell’Armata stessa ; ma con la differenza , che al fine della campagna quelli , che vorranno rimanere, si riterranno , e presteranno il loro servizio nelle nostre piazze di guerra ; ma particolarmente verranno impiegati nelle fortificazioni. Io debbo anche prevenirvi , che il solito è di dare doppia Razione , quando si tratta di fatica straordinaria ; cosicché la sola differenza , che passa fra questo Corpo , e gli altri , è, ch’ egli appiana la difficoltà delle Marcie , rendendole meno penose all’ Armata. Egli contribuisce dunque con ciò alla vittoria come tutto il restante delle truppe.
Salute e Fraternità
MANNEVILLE
Formazione di questo corpo.
1 Un luogotenente Colonnello.
1 Aiutante Maggiore.
5 Capitani.
5 Luogotenenti.
5 Sotto Luogotenenti.
1 Aiutante Sotto- Ufficiale.
1 Tamburo Maggiore.
Ogni Compagnia sarà composta di
1 Capitano.
1 Luogotenente.
1 Sotto Luogotenente.
1 Sergente Maggiore.
5 Sergenti.
1 Capo Furiere.
8 Caporali.
1 Tamburo.
---
18
102 Guastatori.
Totale 120
Questo Corpo sarà vestito di nuovo.
L’ uniforme si lascia a scelta del Senato.
Si stabiliscono anche i compensi che saranno a carico dell’ amministrazione francese.
In data 26 vendemmiale anno V (17/10/1796) viene pubblicato l’ appalto per il vestiario degli zappatori organizzati in Milano.
L’ uniforme sarà un abito corto di colore grigio con gilet e pantaloni dello stesso colore. Il collo e i paramani rotondi di panno scarlatto a bordino bianco , i bottoni sono gialli.
Cappello nero rotondo con un ala rialzata senza placca , con pennacchio rosso. Cravattino nero. Il cappotto è grigio.
Stivaletti neri. L’ armamento consiste di una sciabola con tracolla nera , zaino in pelo di capra.
Per gli zappatori bolognesi abbiamo rinvenuto il figurino.
L’ uniforme sembra essere la stessa di Milano le differenze sono il cappello rotondo senza ala rialzata , le scarpe in luogo degli stivaletti , la fascia rossa in vita e la sciabola che sembra appesa ad una cintura.
Il 14/11/1796 per facilitare l’ arruolamento si inviano a Como due zappatori vestiti e si osserva che se gli zappatori si vestono meglio costano meno.
Capo battaglione , quartier mastro , aiutante maggiore sono montati.
Apprendiamo in data 7 novembre 1796 che la 1a compagnia dei guastatori bolognesi 120 uomini è già a Peschiera.
Il 7/1/1797 il corpo degli zappatori (milanesi) chiede abiti e scarpe e il completamento delle due compagnie delle quali è formato.
In un rapporto datato 1/7/1797 si legge che gli zappatori sono in uno stato deplorevole.
Dopo lo scioglimento del corpo gli uniformi sono dati ai carrettieri , anche se molto usati , per cui si dovrà tener conto della durata..
UOMINI D’ ARMI
L’ amministrazione Generale della Lombardia.
Considerando , che molti Malviventi , si del Paese , che Esteri , si spargono nelle Campagne della Lomdardia , e vi commettono vari disordini a danno dei tranquilli abitanti :
Considerando , essere necessario , che in tutte le comunità vi sia una forza sufficiente per assicurare le Persone , e le Proprietà :
Considerando , che tale forza armata deve essere sotto l’ immediata direzione delle Autorità costituite abitanti nel Paese .
ARRESTA
I In tutte le Comunità della Lombardia verranno eletti in Convocato Generale delli così detti Uomini di Comune , cioè tre nelle Comunità , che non oltrepassano la Popolazione di 1000 Uomini , cinque in quelle , la di cui Popolazione è tra li 1000 , e 3000 Uomini ; ed otto in quelle , che oltrepassano li 3000 , e saranno incaricati d’ invigilare sui Malviventi , e sui disordini , che potranno accadere nelle loro Comunità .
II Tali Uomini di Comune saranno dipendenti immediatamente dai Deputati dell’ Estimo delle rispettive Comunità .
III Saranno obbligati a prestarsi all’ arresto di tutti i Malviventi , e delle Persone oziose , e vagabonde , disertori , che a loro verranno indicati , e a tutto ciò che loro verrà dai Deputati prescritto per il servizio Pubblico.
IV Una volta almeno per ogni decade faranno una perlustrazione generale nella loro Comunità .
V Saranno armati di Fucile , e di Sciabla quando saranno in Ufficio , e ritornati a casa deporranno le armi nelle mani dei Deputati dell’ Estimo nel luogo da essi destinato .
VI I Deputati dell’ Estimo saranno responsa(bi)li della condotta dei detti Uomini d’ armi , che potranno in caso di mancanza provvisoriamente sospendere dalle loro funzioni , surrogandone altri , e dandone immediatamente avviso a questa Amministrazione .
VII Gli Uomini d’armi percepiranno in ogni arresto la cattura a norma di quella , che vien pagata alle Guardie di Polizia .
VIII Verrà fornito agli Uomini d’ armi per distintivo delle loro funzioni un cosi detto marsinino corto di color verde all’ uso dei Cacciatori , con mostre , e bavaro rosso : e nessun altro potrà portare simile abito distintivo .
IX In caso che passasse da qualche Comunità una o più Persone oziose , o sospette , li Deputati ne manderanno avviso alli Deputati dei Comuni verso dei quali tali Persone si fossero avviate .
Così pure in caso d’ attruppamento qualunque , ed in altro caso , che esigesse per la pubblica quiete
Maggior numero di forza amata , li Deputati della Comunità , che ne avrà bisogno , dimanderanno con requisitoriale in iscritto alle Comunità vicine il soccorso de’ loro Uomini d’ arme , esponendo i motivi , per cui gli dimandano , e queste saranno obbligate a prestarsi , ritrovata giusta la causa della domanda .
X Si unirà al più presto in tutte le Comunità un Convocato , in cui si eleggeranno i Deputati dell’ Estimo , i quali dovranno essere Possessori abitanti in Paese continuamente .
XI Nelle Comuni in cui non vi fossero Possessori abitanti di piede fermo in Paese , sarà permesso di eleggere anche gli Assenti , che dovranno avere un Sostituto , della condotta del quale , dovranno i Principali esserne risponsabili .
XII Per aver voce nei Convocati , e per essere eletto Deputato dell’ Estimo , basterà essere Possessore , derogando a qualunque ordine generale , o particolare di qualunque Terra , o Borgo , in cui fosse per l’ inaddietro stabilito , che non potesse venire eletto , ed aver voce nei Convocati , che i Possessori di una fissata quantità di Scudi di Estimo .
XIII Le elezioni che fossero già state fatte per il venturo anno 1796 v. s. , e che fossero contrarie al disposto degli Articoli 10 , 11, e 12 sono annullate , e si tornerà ad eleggere , a norma delle attuali disposizioni.
XIV Le Delegazioni , ed i Cancellieri del Censo , saranno risponsabili della più pronta , ed esatta
esecuzione del presente Arresto .
Milano 15 Vendemmiale anno V della Repubblica suddetta (6 ottobre 1796 V. S.)
Veduto , ed approvato dal Comandante Generale della Lombardia BARAGUEY D’HILLIERS.
VISCONTI PRESIDENTE
SOMMARIVA RAPPRESENTANTE
Fortunatamente L’ Archivio di Stato di Como conserva per gli Uomini d’ Armi una documentazione quasi integra che ci permette una buona ricostruzione dell’ uniforme indossato.
Libertà Eguaglianza
Li 10 nevoso anno V della Repubblica Francese
(30 Decembre 1796 U.S.)
Capitoli co’ quali le Comunità del Distretto V° Comasco vogliono appaltare la somministrazione delli Marsinini e Cappelli ad uso delli tre Uomini d’ arme per casduna delle predette Comunità.
Pmo Ogni Oblatore dovrà prestare idonea Sicurtà Solidale per l’ adempimento del presente contratto.
2° Il Marsinino dovrà essere di panno verde secondo la mostra esistente negli atti della Cancelleria , alla cacciatora , con paramani , goletta , e mostre di panno rosso color scarlato d’ eguale qualità del verde , secondo il Modello a Stampa , e fodra di Saglia verosimile al scarlatto di mezzana qualità in quattordici.
3° Il detto Marsinino dovrà essere della lunghezza niente meno di oncie Diecisette esclusa la goletta , e di larghezza si farà adatato alla persona da vestirsi con avvertenzadi lasciarne un oncia dello stesso panno per parte nelle due Cuciture e de’ Fianchi e mezz’ oncia nelle maniche al fine di poterlo adattere ad altra persona quando occorre.
4° Il Panno tanto Verde che Scarlatto si dovrà bagnarlo in maniera che non possi ritirarsi.
5° Li Paramani , goletta , e rivolte ossia mostre si fodreranno della stessa saglia scarlatta sopra espressa , e detti Paramani dovranno essere larghi oncie una e mezza.
6° Il Marsinino dovrà essere fornito di ventiquattro bottoni di gietto giallo della grandezza d’ un mezzo soldo.
7° Si dovrà attaccare due Crochi al Marsinino ed uno al Cappello per servire alla rivolta.
8° Il Marsinino avrà due saccoccie di Bombasina.
9° Il Cappello sarà di panno di qualità ordinaria tutto coperto di tela cerata nera pure ordinaria , internamente fodrato di tela bianca , rivolto dalla parte sinistra con gancia e bottone giallo di lana , e cocarda pure di lana ricolorata.
10° Detto Cappello sarà del diametro d’ oncie otto e mezza , l’ altezza della coppa d’ oncie due.
11° Il pagamento si farà in due eguali rate la prima anticipatamente all’ opera , e l’ ultima ad opera collaudata da due Periti d’ eleggersi dalli Deputati dell’ Estimo.
12° Dovrà l’ appaltatore dar terminata l’ opera nel termine d’ un mese dopo la superiore approvazione del contratto.
Non riproduciamo i nomi e le cariche dei responsabili delle comunità della Valle Intelvi con cui termina il documento.
Riproduciamo invece un documento della comunità della Cassina Rizzardi che ci mostra una curiosa particolarità.
Gli 20 febbraio 1797 alla Cassina Rizzardi
In Riguardo per il vestimento degli tre uomini d’ arme di questa Comunità gli loro desiderano la marsina longha con gli suoi Calzoni , onde che in questa Comunità gli accordano per essere opera politta.
Si accorda dunque la marsina lunga e i calzoni a spese del comune poiché sono uomini onesti.
Il figurino allegato alla documentazione ci mostra il vestimento che le comunità avrebbero dovuto fare.
In un altro figurino si vede l’ uomo d’ arme vestito come il precedente ma con alcune differenze e cioè ; il cappello è simile ma non rivoltato sulla sinistra , l’ abito è verde , collo rosso a bordo bianco , paramani rossi a punta , bordo bianco, l’ abito non ha le rivolte sul petto ed è bordato di rosso , la parte in basso non è rivoltata , tracolla porta sciabola in cuoio nero. Veste più chiara e calzoni marrone , ghette biancastre , scarpe nere.
In data 16/10/1796 si parla del trasporto nell’ armeria del comune di Milano di 2000 fucili da caccia ad uso degli uomini d’ armi.
LEGIONE LOMBARDA
Milano 18 Vendemmiale anno V della Repubblica suddetta.
Sott. Visconti Presidente = Sommaria Rappresentante = Firmat. Perabò Segret.
Prospetto di formazione della Legione Lombarda.
ART. I
La Legione Lombarda sarà composta di 3741 Uomini compresi gli ufficiali.
ART. II
Ogni Provincia della Lombardia contribuirà alla formazione di questa Legione in ragione proporzionata della sua popolazione , ed una parte sarà composta della riunione di Patrioti di tutta l’ Italia.
ART. III
La Legione Lombarda sarà divisa in sette Coorti , di cui sei saranno formate dalle Provincie , e la settima composta di Patrioti Italiani , nella maniera seguente.
Nome delle Provincie Numero delle Coorti
Milano 3
Cremona , e Casal Maggiore 1
Lodi , e Pavia 1
Como 1
Patrioti 1
---
Totale 7
Vi sarà dappiù una Divisione di Artiglieria , ed una Comp0agnia di Cacciatori a Cavallo.
ART. IV
Ogni Coorte sarà di 500 uomini divisi in cinque centurie di 100 uomini ciascuna , di cui due di scielti , una di Granatieri , ed una di Cacciatori.
ART. V
Ogni Centuria sarà composta della maniera seguente.
1 Capitano = 1 Tenente = 1 Sotto Tenente = 1 Sergente Maggiore = 3 Sergenti = 1 Caporalw Foriere = 6 Caporali = 2 Musici = 2 Tamburi = 82 Legionari = Totale 100.
ART. VI
Vi sarà in tutta la Legione una divisione di Artiglieria propria al servizio di quattro pezzi di cannoni , di 62 uomini , composta come segue : 1 Capitano = 2 Tenenti = 2 Sotto Tenenti = 1 Sergente Maggiore = 2 Sergenti = 1 Caporale Foriere = 4 Caporali = 1 Tamburo = 48 Artiglieri = 62.
ART. VII
In tutta la Legione vi sarà una compagnia di Cacciatori volontari a cavallo ,di cui gli Ufficiali , e Cavalieri saranno montati a proprie spese , composta di 120 uomini come segue :
1 Capitano = 1 Capitano in secondo = 1 Tenente = 1 Sotto Tenene = 1 Capo Maresciallo di Alloggiamento = 4 Marescialli di Alloggiamento = 1 Brigadiere Foriere = 8 Brigadieri = 2 Trombette = 2 Marescialli Ferrari = 98 Cacciatori = Totale 120.
ART. VIII
Lo Stato Maggiore della Legione sarà composto come segue :
1 Capo di Legione . Rango di Capo di Brigata = 2 Ajutanti di Legione col rango di Capi di Coorte . Rango di Capo di Battaglione = 7 Capi di Coorte Rango di Capo di Battaglione = 7 Quartier Mastri = 7 Chirurghi Maggiori = 7 Ajutanti Maggiori col rango , e soldo di Capitani = 7 Sotto-Ajutanti Maggiori : rango , e soldo di Sottotenenti = 7 Porta Insegne : rango, e soldo di Sottotenenti = 1 Tamburo Maggiore : rango , e soldo di Sargente Maggiore = 2 Caporali Tamburi : , rango e soldo di Caporali = 3 Maestri Sartori = 4 Maestri Calzolai = 4 Armieri = 59.
ART. IX.
Ogni Coorte avrà il suo Stendardo tricolorato Nazionale Lombardo distinto per numero , ed ornato degli emblemi della Libertà.
ART. X.
L’ abbigliamento dell’ Infanteria sarà abito verde con paramani , e mostre scarlato , Giletto verde , Pantaloni verdi con gance e galloni rossi , e bottoni coll’ iscrizione = Legione Lombarda = Libertà , Eguaglianza.
L ‘ abbigliamento de’ Cacciatori a Cavallo sarà simile a quello di quest’ arma dell’ armata Francese. Le distinzioni saranno bianche , e rosse come nell’ unione (uniforme?)d’ In fanteria.
ART. XI.
L’ armatura dell’ Infanteria sarà composta di un fucile con baionetta; di Sciabla , di una Giberna , e una centura. Quello della Cavalleria sarà lo stesso , che nella Cavalleria Francese.
ART. XII.
Avranno in testa un cappello rotondo rivoltato dalla parte sinistra con gancia e bottone giallo , e pennacchio ricolorato , avendo al davanti una piastra di ottone incisa = Libertà Italiana = Quello dei Cacciatori a Cavallo sarà un Caschetto all’ Ussera.
ART. XIII.
La Calzatura dell’ Infanteria sarà lo Stivaletto di Cuoio nero per gli Ufficiali ed una mezza ghetta di stoffa di lana nera serrata da otto bottoni di metallo per i Legionari. Quella de’ Cacciatori a Cavallo sarà lo Stivale all’ Ussera.
ART.XIV.
Il soldo sarà lo stesso che quello assegnato ai diversi gradi de’ Battaglioni , Artiglieria e Compagnie di Cavalleria dell’ Armata Francese , eguale alla tavola comparativa che si pubblicherà per noma comune.
ART. XV.
La Disciplina , la Montatura , il Servizio saranno regolati come nell’ Armata Francese.
UNIFORME
Il figurino riprodotto è il disegno che venne inviato a tutte le città coinvolte nell’ organizzazione della Legione Lombarda.
Questo sarà la guida che ci permetterà con altre fonti , fatture , testimonianze etc di ricostruire l’ uniforme portato.
Il cappello della fanteria ed artiglieria.
Una cronaca del tempo parla del cappello “….il cappello è rialzato da una parte con gancia dorata e coccarda tricolore”.
Un'altra cronaca “..cappello con una sola ala rialzata , attorno alla parte rotonda si trova una placca in latta gialla , dorata per gli ufficiali”.
Il cittadino Gattoni della città di Como , nella sua cronaca , racconta “….un giovane legionario di quelli venuti da Milano , trovatolo solo , gli chiesi di lasciarmi vedere la placca di latta che circondava il suo cappello. Sotto l’ emblema repubblicano , si legge a gran carattere il testo seguente “Rigenerazione Italiana Libertà Eguaglianza o Morte”.
La cronaca Rovatti di Modena in data 17/dicembre/1796 annota “ Nella lastra di ottone attorno alla testa della cappellina degli ufficiali , piegata da una parte , si legge Democrazia o Morte --------- Legione Lombarda.
In quella dei soldati “ Rigenerazione Italiana = Libertà Eguaglianza o Morte”.
La coorte formata a Como porta l’ iscrizione “La Repubblica o la Morte”.
Una cronaca lodigiana racconta in data 9/marzo/1797 “…e portavano il cappello con un ala rivoltata all’ uso spagnolo come si diceva ed alla testiera eravi una lastra sottile di ottone con incise le parole Libertà o Morte”.
Un'altra cronaca lodigiana in data 5/aprile/1797 parlando di prigionieri austriaci arruolati nella legione dice che dovranno avere nella cappellina sulla lastra di ottone le parole “Viva la Repubblica o vincere o morire” come hanno tutti gli altri volontari.
Anche l’ artiglieria porta la stessa iscrizione “Democrazia o Morte” (per gli ufficiali).
Queste sono le informazioni raccolte e concluderei dicendo che le 3 coorti organizzate a Milano compresa l’ artiglieria hanno la stessa scritta (vedi sopra , Gattoni , Rovatti).
Anche per Como la descrizione è precisa , l’ informazione viene dalla fattura. .
A quali coorti si riferiscano le due cronache laudensi ? A quella di Lodi , o a quella di Cremona ?
Sulla precisione di queste due ultime scritte andrei cauto.
La forma della placca è quella del figurino dove nella parte in alto si trova l’ emblema repubblicano , potrebbe trattarsi degli stessi elementi che compaiono sulle bandiere delle coorti.
Bonnetto frigio , squadra , pendolo.
La coccarda è fissata da una ganse di lana gialla per i soldati , dorata per gli ufficiali con bottone uniforme.
Il piumetto è rosso per i granatieri , verde per i cacciatori , tricolorato per i fucilieri.
Gli ufficiali portano lo stesso tipo di cappello della truppa , il cappello del Capo Legione Cittadino La Hoz è però ornato da un gran gallone d’ oro , una fascia di seta scarlatta con le frange in oro circonda la parte rotonda ed è annodata sulla sinistra , il pennacchio à rosso.
Il cappello del capo coorte Serres è ornato di gallone rosso.
L’ artiglieria ha il piumetto rosso.
Uniforme della Legione fanteria ed artiglieria.
L’ abito si compone di tre pezzi , la veste , il gilet e il pantalone.
La foggia dell’ abito è quella del figurino con l’ annotazione che dovrà ben coprire i fianchi del soldato.
Il colletto è di panno scarlatto a bordino bianco , i paramani a punta sono scarlatti col bordino bianco e hanno due bottoni.
Tutto l’ abito è bordato di scarlatto , davanti , tasche , i retroussis sono in saglia scarlatta a bordo bianco e sono fissati da un bottone piccolo (su un altro documento il bottone è grande).
Le spalline sono verdi a bordo rosso per i fucilieri , rosse a frange per i granatieri , verdi a frange per i cacciatori.
Il gilet è senza maniche , il davanti in panno verde. I pantaloni sono in panno verde e hanno un gallone rosso sulle cuciture laterali e davanti sul ponte.
Necessitano 4 braccia milanesi (circa 240 cm) per un altezza di 2 braccia (120 cm) per la confezione dei tre pezzi di abbigliamento relativi alla prima taglia , la seconda e terza hanno quantità minori. I bottoni sono in metallo giallo per i soldati , dorati per gli ufficiali e sono disposti sull’uniforme nel modo seguente : 17 (19 vedi sopra) grossi sull’ abito di cui 9 davanti , tre alle tasche , due in vita , 8(6 vedi sopra) di cui due sui paramani due sulle spalline.
Il disegno del bottone è allegato. Il gilet porta 11 bottoni.
Gli ufficiali hanno lo stesso taglio di abito dei soldati , hanno anche un piccolo uniforme detto “kiriè” le finte rosse.
Per l’ abito del Capo Legione Cittadino La Hoz ecco la descrizione trovata.”… Abito corto , verde ,
collarino , maniche , mostre dell’ abito , e la tesa di colore scarlatto , ricamato bleu , ed in oro all’ intorno. Gli asoli e l’ abito ricamati di scarlatto. Gilet ricamato dello stesso disegno, pantaloni verdi all’ ussera , con ricami sui borsellini. Stivaletti con i contorni d’ oro; con piccoli fiocchettini a grani di spica. Le due spallette a grani di spica….”.
L’ artiglieria porta la stessa uniforme della fanteria ma il colore del panno è bleu!
Gli stivaletti scelti come Calzature non fecero un buona riuscita per cui nel febbraio 1797 furono sostituiti da scarpe e ghette nere. Porta giberna e porta sciabola sono in cuoio nero.
I cappotti grigi , quelli della coorte di Como in verde.
Le armi furono trovate presso gli armaioli milanesi e nei magazzini della milizia urbana , in data 11/11/1796 vengono messi a disposizione dell ‘ Amministrazione Generale 200 fucili austriaci da ripararsi , contemporaneamente giunge la notizia della messa a disposizione di altri 600 fucili austriaci.
Questi fucili furono consegnati per essere accorciati e alleggeriti.
Le tracolle porta giberna e porta sciabola sono in cuoio nero.
Una sciabola riccamente decorata con cinturone rosso ricamato in oro fu consegnata al Capo Legione La Hoz.
La sciabracca del La Hoz era verde a gallone oro.
I medici avevano la stessa uniforme della truppa ma al posto delle spalline avevano l’ abito ricamato in oro.
Il Tamburo maestro porta gli stivali all’ ussaro , il, capo tamburo della coorte di Como ebbe la sua canna tra quelle confiscate ai lacchè delle famiglie nobili della città. Sarà solo nel febbraio 1797 che il capo coorte Pino poté ordinare una canna più militare.
Una notizia curiosa i buoi del treno della legione avevano delle coperture (verdi?) con l’ iscrizione Legione Lombarda.
L’ uniforme dei cacciatori a cavallo.
Il cappello era il mirliton , un tronco di cono in panno nero , cordoni bianchi , coccarda tricolore , pennacchio rosso , la fodera della fiamma rossa.
La pelliccia è rossa foderata in bianco , al contorno bordo di pelo nero (a Modena sono visti a bordo bianco , non si trovò la pelle di agnello nero e si usò quella bianca? ), cinque ranghi di bottoni bombè in metallo bianco.
Dolman di panno verde , collo e paramani rossi , la parte inferiore interna di marocchino rosso bottoni come sopra.
Gilet di parata panno rosso , la parte inferiore interna di marocchino rosso , tre ranghi di bottoni come sopra.
Pantaloni di panno verde con guarniture di gallone bianco.
Collo nero , guanti alla crespin , la sabretache è in panno scarlatto ricamata in seta e gallone bianco. Stivali all’ ussaro con speroni in acciaio inchiodati , gallone e fiocco bianchi.
Giberna in cuoio nero , porta giberna in cuoio bianco , porta sciabola in cuoio bianco , fodero in acciaio.
Portamantello verde a gallone bianco , sciabracca d’ agnello bianco , denti rossi.
Gli ufficiali avevano l’ argento a posto del cordone bianco.
La bandiera è allegata , l’originale è al Museo del Risorgimento di Milano.
I cavalli dei cacciatori sono marcati dalle lettere L.L. sormontate da un bonnetto frigio , si osserva che questo marchio è piccolo e tende a sparire.
Ogni coorte di fanteria ricevette la sua bandiera , allegato è il disegno.
Tutte si sono salvate , 5 sono al Heeresgeschichtliche Museum di Vienna la sesta è Parigi al Musée de l’ Armèe . Queste bandiere non furono conquistate in battaglia ma vennero prelevate nel luogo dove erano conservate dopo che la Legione Lombarda venne riorganizzata nel pratile dell’ anno V e ricevette nuove bandiere.
A questo proposito trascriviamo il documento seguente .
Il 20 termidoro anno I della Repubblica Cisalpina ( 7 agosto 1797) Ferrent capo del 3° battaglione della Ia Legione Cisalpina cosi scriveva al capo di Brigata Peyri comandante la Legione.
“Dopo l’ ordine verbale che voi mi avete dato ieri , mio caro comandante , io , questa mattina , prima della mia partenza per Mantova diedi la bandiera del mio battaglione al cittadino Fontana , comandante provvisoriamente la 2° legione , mi sono a questo effetto , messo in battaglia a fianco del 1° battaglione della 2° legione ed ho detto ai miei soldati:
“Camerati , la patria riconoscente vi invia una nuova bandiera sul quale sono scritti i differenti luoghi dove voi avete combattuto per la libertà. La vostra , che le palle e la mitraglia hanno messo fuori servizio , deve essere consegnata al cittadino Fontana che è incaricato di portarla a Milano dove senza dubbio sarà deposta alla volta del santuario delle leggi per servire di memoria alla vostra gloriosa audacia. “
Io già sapevo quanto sarebbe costato a queste brave genti il lasciare questa bandiera.
Il Governo vuole cosi dissero loro e allora Viva la Repubblica , periscano tutti i nemici della libertà di qualunque colore essi siano.
Allora ufficiali , sotto ufficiali , soldati uscirono dai ranghi e vennero , le lacrime agli occhi , a baciare mille volte quella bandiera e tutti giurarono di morire a fianco della nuova piuttosto che abbandonarla. Ho creduto mio caro Capo , che era mio dovere rendere conto a voi di quella scena veramente interessante perché lo zelo e l’ entusiasmo dei repubblicani che mi sono stati confidati non restino nell’ oblio.
Salute , amicizia e confidenza
Ferrent
Ancora Ferrent scrive dopo la battaglia del Senio “….la bandiera che voi mi avete dato è stata maltrattata , è stata rotta in due parti dalla mitraglia e bucata da palle da 8 (calibro da cannoni da 8 appunto) , il sergente che la portava fu ucciso , il tenente Duplessix la prese e marciò alla testa delle truppe e questo contribuì non poco al nostro rapido successo.
Un altro interessante documento è il seguente.
Al Quartiere Generale di Bologna il 13 piovoso anno V (1° febbraio 1797).
Il Generale in capo all’ amministrazione della Lombardia.
Io vi prego , cittadino , di fare partire il più presto possibile tutti gli uomini della Legione Lombarda che si trovano al deposito , il generale Kilmaine gli farà dare le armi ed essi partiranno per Bologna.
Io sono molto contento della Legione Lombarda alla rivista che ho passato, ma assai poco soddisfatto dell’ organizzazione dell’ artiglieria. I tiri dei cavalli sono deplorevoli , bisogna che voi facciate acquistare i 20 cavalli che sono necessari.
Bonaparte
Su questo documento c’ è la firma originale.
Si ricorda che la prima Coorte partecipò alla battaglia di Arcole.
Ad un artigliere questo problema non poteva sfuggire e l’ artigliere Bonaparte aveva dato il colore della sua uniforme all’ artiglieria della Legione Lombarda , il bleu.
Qui di seguito pubblichiamo il dettaglio storico della Legione Lombarda scritto dal capo di battaglione Jacques-Michel Ferrent né a Ferrent , comune d’ Alan , dipartimento della Drome , il 15 Marzo 1759, figlio di Jean-Pierre e di Anna Viel.
Il 16 brumaio anno V ( 6 novembre 1796) , per ordine superiore si organizzarono le 2° , 3° , 4° , 5° , 6° coorti lombarde.
La 2° comandata da Serres si organizzò a Lodi.
La 3° comandata da me si organizzò a Cremona.
La 4° comandata da Pino. |
La 5° comandata da Rougier. | a Milano
La 6° comandata da Piani. |
Qualche tempo dopo la 2° ricevette l’ ordine di portarsi a Livorno a causa di questo passò per Cremona dove , per ordine del capo legione La Hoz , ella ricevette quasi tutti i soldati e qualche ufficiale della 3°.
L’ Amministrazione Generale della Lombardia distribuì ad ogni coorte la bandiera che le era stata destinata.
La 3° coorte si rese a Lodi per il reclutamento , pochi giorni furono sufficienti per accrescere la sua forza a 300 uomini.
Con questo numero partì per Ferrara dove tutte le truppe lombarde erano riunite.
La 4° fu incorporata nella 2° e la 5° nella 3°.
Gli stati maggiori de queste coorti partirono per Milano dove continuarono il reclutamento.
Dopo un soggiorno di dieci dodici giorni , la 1° , 2° , 3° e 6° partirono da Ferrara per Bologna. Fu in questa piazza che il generale Victor riunì le truppe destinate a distruggere l’ armata del papa che minacciava quelle contrade.
La Hoz organizzò due battaglioni di granatieri , un corpo di esploratori e uno di riserva.
Il primo battaglione , comandato da Serres , era composto da granatieri della 1° coorte , di quelli della 2° ed una compagnia di polacchi.
Il secondo comandato da Ferrent , era composto dai granatieri della 3° coorte di quelli della 6° e di una compagnia di polacchi.
Ognuno de questi battaglioni avevano la bandiera della coorte comandata dal loro capo.
Gli esploratori , comandati da Robillard , aiutante maggiore della 3° coorte erano 200 uomini d’ élite scelti nelle compagnie ordinarie.
La riserva fu condotta da Piani.
L’ entusiasmo era al colmo , le nostre truppe manifestarono altamente il desiderio di provare ai Francesi che esse erano non solo degne di figurare a fianco di loro al campo della gloria , ma ancora di possedere quel prezioso dono che si diceva di voler loro apportare.
In poco tempo si vedrà che non fu invano che loro si lusingarono.
La Hoz , pieno della voglia di mostrare all’ universo come é l’ Italiano , sentì bene che con un tale ardore le sue truppe , sebbene nuove , figurarono cosi bene che se lo poté promettere. Egli domandò e ottenne per loro l’ onore di essere piazzate alla testa della colonna , cioè di formare l’ avanguardia che comandò il generale di brigata Lasne.
E’ il 13 piovoso (1° febbraio 1797) che il generale Victor si mise in movimento. Lo stesso giorno i granatieri e gli esploratori lombardi bivaccarono sull’ altra sponda del fiume che tocca le mura della città di Imola , cioè sulla sponda destra del Santerno.
L’ armata del papa controllava la linea del Senio e si era trincerata principalmente dietro il ponte che si trova su quel fiume tra Castelbolognese e Faenza.
Il 14 , verso le 8 di mattina ,noi eravamo in presenza del nemico. L’ attacco fu ordinato. La natura del terreno non ci permetteva di marciare in battaglia. In colonna serrata per plotone ci avvicinammo a lui. Quando i nostri esploratori , che erano alla testa , furono a mezza portata di fucile , essi si disposero sulla destra e passarono il fiume a cento tese al disopra del ponte , sotto un fuoco terribile d’ artiglieria e di moschetteria.
Questa audace manovra che aveva per intenzione di accerchiare il nemico sulla sua sinistra e di circondarlo al bisogno contribuì non poco al nostro successo.
Io devo osservare che il nemico aveva sul ponte un pezzo da 8 che il nostro avvicinare fece abbandonare dopo aver fatto tre o quattro scariche inutilmente ed averlo piazzato in traverso per impedire la nostra marcia.
Il primo battaglione dei granatieri era a portata di pistola dal ponte senza poterlo passare visto che tutto il fuoco si dirigeva su quel punto . Fu dunque obbligato a disporre la prima compagnia e appostarla in plotone a sinistra e fece un fuoco ben nutrito sulle trincee nemiche armate da sette bocche da fuoco e di numerosa fanteria.
Il secondo battaglione grazie a questa manovra si trovò davanti al ponte. La Hoz ordinò di passarlo….ricevette una ferita al braccio . Noi tentammo il passaggio senza poterci riuscire….
Il mio porta bandiera fu ucciso…noi facemmo un secondo tentativo….Il capitano dei polacchi del mio battaglione trovò la morte sul ponte. Il bastone della mia bandiera è rotto in tre pezzi , la bandiera forata da venti palle e colui che lo portava spira. Il tenente Vivian è ferito , Martin
il sergente ha la coscia asportata.
Malgrado la potente diversione che procurò il fuoco mortale del secondo battaglione , non fu che al terzo attacco che noi conquistammo il ponte. Allora come un torrente rapido noi cascammo sulle trincee nemiche che sebbene difese da parecchie truppe fu conquistato in un istante dai nostri.
Il nemico perdette tutta la sua artiglieria , ebbe una quantità di morti e molti più prigionieri.
La lettera del generale Victor a questo soggetto (che senza dubbio è consegnata alla storia) fissa il numero dei prigionieri che noi facemmo come quello di coloro che morsero la polvere ed attesta in termini precisi alla posterità che i granatieri lombardi si sono coperti di gloria…ecco il valore degli Italiani.
Questo affare non durò che una mezzora , nonostante ciò può essere considerata come decisiva.
Oltre il numero dei morti e feriti che io ho citato sopra , noi avemmo sei dei primi, tra i quali c’è Adam sottotenente degli esploratori e una quindicina dei secondi
Io devo elogiare la condotta dei cittadini Fontana capitano , Perrin idem Tardien tenente , Duplessis aiutante che portò la mia bandiera al terzo attacco. In generale tutti gli ufficiali e soldati si comportarono a meraviglia. La Hoz (sebbene ferito) marciò sempre alla nostra testa e noi non cessammo di accerchiare il nemico sparpagliato fino a Faenza , che dovevamo prendere. A questo effetto noi ci presentammo davanti alla porta del nord , lungo il canale . Celesti , tenente alla testa di quindici granatieri , ebbe l’ ordine di fare una ricognizione e di avvicinarsi alla città fino a che poteva. Si accorse che la porta era presidiata da soli trenta uomini già spaventati . Scalò il muro in un posto facile , si butto su questa povera guardia , massacrò tutti quelli che non fuggirono e ci apri le porte .Noi entrammo nel più grande ordine.
Una fermata di una mezzora fu sufficiente per radunarci e prendere fiato.
Noi ci mettemmo in marcia e arrivammo lo stesso giorno a bivaccare al di là di Forlì.
Il 15 a Cesena , il 16 a Rimini , il 17 a Pesaro , il 18 a Fano. Il 19 a Sinigallia per partire il 20 cercando di agganciare i resti dell’ armata del papa che erano riuniti ad Ancona.
Il nemico fece occupare da 1400 uomini il posto importante della Montagnola che si trovava al di qua della città o piazza. Il generale Victor prese le misure che giudicò convenienti per l’ attacco di questo posto. I granatieri lombardi , condotti quel giorno da Peyri e Piani , ebbero ancora l’ onore di essere alla testa della colonna principale che il generale di brigata Fiorella condusse.
Robillard , con 100 esploratori , cercò di accerchiare il nemico sulla sua sinistra e uccise cinque o sei paesani che avevano fatto fuoco dalle finestre di una cascina . Io fui incaricato di attaccare di fronte con 100 altri esploratori. A un quarto della portata del fucile si parlamentò , durante questo tempo si diede il segnale d’ attacco… si batte la carica … Il nemico abbassò le armi e si arrende a discrezione , senza tirare un colpo di fucile.
Lo stesso giorno noi entrammo in Ancona dove il comandante la cittadella , si arrese senza fare alcuna resistenza. Un aiutante di campo del generale in capo si portò su Loretta e se ne impadronì.
Il 21 e 22 , soggiorno ad Ancona , il 23 a Recanati , il 24 a Macerata , il 25 a Tolentino.
Il 26 a Serravalle dove uno dei nostri ussari fu ucciso alla testa della colonna senza che io abbia saputo da chi , sebbene fossi in avanguardia quel giorno.
Il 27 noi passammo da Col Fiorito ed entrammo in Foligno lo stesso giorno. Il papa aveva inviato dei messaggeri per trattare con Bonaparte , di conseguenza l’ armata si fermò e ricevette i rinforzi da Livorno. Le compagnie dei granatieri rientrarono nelle rispettive coorti. La Hoz parte per Milano e lascia il comando dei lombardi al capo battaglione Peyri.
Il primo ventoso , l’ avanguardia partì per Perugia dove soggiornò fino alla Pubblicazione della pace tra la Francia e Pio VI. Il 10 o l’ 11 , le truppe lombarde , sotto la guida del capo battaglione Peyri , partirono da Perugia per andare in Friuli.
Questa campagna , che fu una serie continua di marce e bivacchi , aveva rovinato i nostri effetti di abbigliamento. Il comandante Peyri determinò di mandare Serres e me da Ferrara a Mantova per rifornirci.
A quel tempo , la terraferma di Venezia si ribellò e i rivoltosi non facevano la grazia ad alcun francese o lombardo isolati.
A Padova la 3à coorte ebbe l’ ordine di portarsi in grande giornata a Verona dove sembrava essere il centro dell’ insurrezione. Il capitano Perrin comandava provvisoriamente quella coorte e grazie alla sua fermezza fu condotta alla sua destinazione senza colpo ferire sebbene esposta a mille pericoli.
Dopo che io presi gli effetti d’ abbigliamento ed equipaggiamento necessari alle nostre truppe partii
da Mantova con Serres che come dissi era con me.
Noi arrivammo il 4 germinale a Verona. Il comandante di quella piazza ci rifiutò la continuazione della strada essendo sicuro che le nostre truppe stavano arrivando incessantemente.
Tutti i paesani dei dintorni erano in movimento ; più di 30000 uomini erano in Verona e nel circondario. Noi passammo la giornata del 5 nell’ attesa delle nostre truppe Il 6 verso le 10.30 essendo fuori dalla porta di Vicenza , noi scoprimmo che stavano uscendo dal villaggio di San Michele ; noi avanzammo a traverso una nuvola di insorti riconoscemmo la 3à coorte che io comandavo.
Un aiutante della piazza arrivò al galoppo per invitarci ad aumentare il passo. Il pericolo era imminente. Feci accelerare tanto che fu possibile ; in poco tempo arrivammo sulla nuova piazza vicino all’ Arena.
La erano in battaglia le poche truppe francesi che formavano la guarnizione della città.
Il generale Batam si era , da qualche giorno , ritirato nel forte di San Luigi dove si trovavano qualche francese e la coorte di Pino. Egli aveva notificato più volte alle autorità di scogliere
quegli assembramenti ed in mancanza di ciò , egli avrebbe aperto il fuoco. Gli inviti e le minacce non produssero alcun effetto. Il colpo di cannone partì. Da parte loro questi briganti forsennati
fecero man bassa di tutti i francesi e lombardi che si trovavano nelle strade e nelle case , niente fu rispettato nemmeno i bambini allattanti , questi scellerati inumani non risparmiarono neppure i malati degli ospedali. Barbari antropofagi , i popoli più selvaggi giammai violarono quegli asili.
A quel colpo di cannone una nuvola di palle mal dirette parti dalle case più vicine.
Le partita non era eguale , ci serviva un asilo sicuro; noi non avevamo che il vecchio castello , ci dirigemmo sul fianco destro per entrare. I rivoltosi non osarono mostrarsi per contrastarci , essi tirarono senza successo , al punto che quella ritirata non ci costò che un soldato e un capo battaglione francese feriti. Noi eravamo circa 800 combattenti , tanto francesi che lombardi , più una quarantina d ‘ altri , commissari , guardia magazzino , segretari ed altri che non si battono mai…..Avevamo viveri solo per due giorni e dovemmo ridurre le razioni.
Essendo la rinchiusi il comandante dispose i posti a difesa e conservò una riserva per l’ offensiva al bisogno. Egli mi diede il comando del fronte città come quello del fronte di sinistra.
Misi i miei granatieri attorno all’ orologio , le compagnie del centro controllavano dopo quel giro fino a quello che è all’angolo di sinistra. Piazzai al sul fronte di sinistra un centinaio di uomini della mia 3à mezza brigata di linea , i miei cacciatori difendevano la parte del muro che è in faccia tra la porta di Peschiera e quella di Mantova. Il resto delle truppe era sistemato al gran giro e impiegato
alla guardia del ponte di soccorso. Serres ebbe l’ ordine di comandare la porta dove si distinse.
Fu in questa posizione critica che durante nove giorni e otto notti , noi resistemmo al fuoco continuo
di 30000 uomini, diventati intraprendenti , con queste deboli forze che dovemmo controllare e fare continue sortite più o meno incerte per procurarci dei viveri. Fu necessario bruciare le case vicine per allontanare da noi il nemico. Qualche vigorosa sortita sostenuta dal fuoco del baluardo furono sufficienti per ottenere quell’ oggetto ma ancora per approvvigionarci di lardo , formaggio , pane , farina , etc. Il nemico non tardò ad accorgersi che la fucileria non era sufficiente per vincerci e che con i viveri noi potevamo trattenerlo per lungo tempo. Cercò di intimidirci ma invano. Verso il 12 impiegò il cannone e nel modo in cui lo usava ci provò che non erano semplicemente dei paesani con i quali avevamo a che fare. Costruì davanti al teatro una batteria rotolante a tre aperture , la cui costruzione avrebbe fatto onore al costruttore se fosse stata usata in miglior modo.
L’ accanimento fu grande da una parte e dall’ altra. Il fanatismo e altri sentimenti diversi animavano il nemico. Noi avremmo preferito la morte piuttosto che cadere nelle mani di briganti senza freno che non rispettavano alcun diritto. Gli attentati che commisero e che commettevano ancora ci presagiva il trattamento che ci attendeva se la fatalità della sorte ci avesse costretto a cedere.
Infine il 13 , La Hoz , con la sua divisione , comparve sulle alture della riva sinistra dell’ Adige.
Questa divisione aveva pulito le valli Sabbia , Tromba (Trompia) etc. ed aveva completamente battuto il nemico al ponte di San Marco. L’ apparizione di queste truppe vittoriose s’ impose talmente al nemico che capitolò il 14… pagò … etc. Il fronte che io comandavo era il più esposto al fuoco del nemico ; cosi di 182 lombardi che avevo , ne perdetti 42. Perrin capitano ; Tardieu tenente; Baranzoni sottotenente ; Butazzi e degli altri meritarono degli elogi. Io devo a l’ immortale truppa di commissari, guardia magazzino ed altri , gli elogi che gli sono dovuti. Questi signori facevano la zuppa ai combattenti , portavano i feriti all’ ambulanza , li soccorrevano , facevano il bollito , caricavano l’ acqua e il legno necessari alla manutenzione , etc. è tanto vero che il pericolo è un grande stimolo. I cinque furgoni che avevo portato da Mantova , quelli dove erano i bauli e gli equipaggi degli ufficiali , i miei cavalli , etc. caddero nelle mani degli schiavoni e paesani in rivolta;
noi perdemmo tutto quello che avevamo senza che noi ricevessimo un indennità. I soldati ebbero un luigi… essi che non perdettero niente. Il 14 , il giorno della capitolazione , partii per Vicenza con la mia coorte dove arrivai il 16 , vi soggiornai qualche giorno durante i quali ricevetti due compagnie
comandate dai capitani Baton e Gignon. Queste compagnie facevano parte della divisione La Hoz di cui avevo parlato sopra. Ho saputo che il capitano Baton aveva fatto dei prodigi in valle Sabbia e a l’ affare del ponte di San Marco. Da Vicenza portai la mia coorte a Mantova dove soggiornai quattro o cinque mesi. Verso la fine di questo periodo l’ Armata Lombarda prese il nome di Armata Cisalpina , che le coorti presero quello di battaglioni , che tre battaglioni formarono una legione; la 3à coorte divenne il 3ò battaglione della prima. Allora si cambiarono le bandiere , io dovetti rendere al governo quel testimone irrecusabile della condotta militare tenuta dagli uomini confidati al mio comando , rendere quella bandiera rotta e bucata per prendere quella che venne data al mio battaglione. Non fu senza dispiacere che la mia truppa se ne separò. Il governo ordinò , …..bene che un trofeo simile sarà piazzato in un tempio per assicurare alla posterità che noi avemmo il coraggio d’ armare le nostre braccia per recuperare i nostri diritti e quelli d’ affrontare tutti i pericoli inseparabili di una cosi bella impresa.
La prima legione , comandata dal capo brigata Peyri , partì per Cremona e Mantova per portarsi a Palmanova e a la Tisana. Non parlerò di quella campagna che si ridusse alla costruzione di un ponte di barche e di una testa di ponte , per difendere quel punto del Tagliamento, a qualche po’ di istruzione, lascio il dettaglio agli ufficiali più a conoscenza del fatto che me, che si sono trovati in quantità. La pace di Campo-Formio ci fece rientrare. La prima legione fu destinata alla guarnigione di Mantova e Peschiera dove restò quattro o cinque mesi come a Brescia.
Modena , il 18 maggio 1802 an I
De la Republique Italienne.
P.S. Tra poco invierò quello che è a mia conoscenza della funesta campagna dell’ anno VII.
Nota
Ogni cinque giorni il comando dei due battaglioni dei granatieri si alternava tra i quattro capi : Serres , Ferrent , Peyri , e Piani.
Dopo la storia delle campagne della Legione Lombarda pubblichiamo ora le vicende amministrative che ne portarono all’ organizzazione.
Memoria del Comitato Militare della cessata Municipalità di Milano al Ministro della Guerra.
Nel mese di vendemmifero fu stabilito di erigere un corpo Militare in Lombardia col nome di Legione Lombarda. Fu nominato capo di questa Legione il cittadino La Hoz , si eseguirono alcuni campioni dell’ uniforme e si vestì qualche volontario che servì di modello.
Giusto il proclama 18 vendemmifero questa Legione doveva essere composta di sette coorti , tre erano a carico della Provincia di Milano , una di Cremona e Casalmaggiore , una di Lodi e Pavia , una di Como e la settima doveva essere composta di Patrioti Italiani.inoltre doveva esservi una divisione di Artiglieria ed una Compagnia di Cacciatori a Cavallo . Ogni Coorte doveva essere composta di 500 Uomini.
La Municipalità di Milano fu invitata dall’ Amministrazione Generale della Lombardia a scegliere dal suo seno alcuni individui onde formare un Comitato detto Militare li quali si occupassero di quanto potesse riguardare la formazione di questo Corpo e quella parte che doveva essere a carico della Provincia di Milano , per cui l‘ incombenza di questo Comitato doveva essere limitata nel provvedere ai bisogni di 1500 Uomini ed al più si estendeva fino al numero di due mille volendo mettere a carico di Milano la Coorte dei Patrioti Italiani.
Questo Comitato doveva praticamente occuparsi delle cose di dettaglio e tutte le massime dovevano essere emanate dall’ Amministrazione motivo per cui aveva essere pure formato un Comitato Militare Centrale il quale doveva avere la direzione e la corrispondenza sopra tutti li Comitati delle Municipalità Provinciali. Questa è l’ origine del nostro Comitato e gli enunciati oggetti formavano le incombenze in cui esso si doveva puramente occupare per la formazione della Legione Lombarda , oltre il Corpo di Zappatori che separatamente si stava organizzando che si diceva dovesse essere composto di seicento uomini.
La Municipalità scarsissima in allora di Membri che ne componevano il di Lei Corpo delegò li tre individui Caccianino Tordorò e Beccarla a formare questo Comitato , in sussidio del quale fu dato
Per solo Ufficiale il Cittadino Ignazio Banfi il quale faceva da Protocollista , da Segretario , da Scrittore etc. Il Cittadino Tordorò era assiduamente occupato sul Comitato di Polizia né per questa nuova incombenza fu da quella richiamato , anzi dopo pochi giorni fu pure incaricato d’ amendue (ambedue) i Comitati , anche il Cittadino Caccianino a motivo della scarsezza degli individui superiormente enunciata. Sul bel principio non si ebbe campo di fissare le Massime ed una soda organizzazione prima di praticamente operare , mentre al cominciare di questo Comitato la Macchina era già in moto ‘ il Bureau del Comandante Gen. Già travagliava , le reclute si presentavano in folla ed i bisogni erano istantanei e crescevano di giorno in giorno. Con cuore e fiducia Repubblicana ci siamo accinti nella ragionevole lusinga e coll’ intelligenza che avessimo giornalmente conferito col Comit. Milit. Centrale per lo stabilimento delle Massime e di un piano esatto di organizzazione ; questo Comit. Centrale fu originariamente formato di tre Amministratori , cioè dalli Cittadini Visconti , Sommaria e Pozzo.
Le incombenze crebbero di giorno in giorno a dismisura: la necessità ci fece provvedere a due o tre
Scrittori , a qualche Portiere : il Comandante La Hoz che abitava vicino a noi nel Palazzo nazionale ci pressava istantemente : le reclute crescevano; grande ed istantaneo ci si presentava l’ approvvigionamento : nulla essendovi di organizzato , l’ Amministrazione cominciò a versarci del denaro in piccole somme poi in maggiori per passare degli acconti ai fornitori dei diversi articoli necessari per la truppa. Un'unica stanza serviva a noi per protocollo , per trattare coi fornitori , per
udire i bisogni degli Ufficiali e dei Volontari , per Segreteria , per fare i pagamenti senza un cassiere
mentre chi ne faceva provvisoriamente l’ ufficio era il nostro Collega Tordorò ; in somma un'unica stanza serviva di tutto e per fino il Magazeno degli effetti si cominciò in quell’ unica stanza: ivi il Comandante Gen. La Hoz si portava più volte in un giorno per presentarci gli urgenti bisogni e per fare accelerare l’ opera , ivi vedendoci a trattare coi fornitori si frammischiava pure con loro , dava loro ordini e prescriveva tempi per il versamento ; che anzi dalli stessi fornitori si faceva dare in grande quantità gli articoli che essi versavano e riposti questi immediatamente nelle stanze da Lui
abitate e dove teneva il suo bureau di li li faceva distribuire ai volontari o li trasmetteva alla Caserma: quegli articoli poi che venivano depositati nella stanza del Comitato , si dovevano sempre o quasi sempre somministrare ai soldati sotto circostanze d’ urgenza le quali alcune volte erano tali che lo stesso Comandante seguito da suoi volontari consegnava loro dal nostro Comitato gli effetti de quali abbisognavano tanta era la folla degli affari , tale il disordine causato dalla mancanza di sistema , che per potere in qualche modo urtare contro il disordine stesso ci convenne per lungo tempo mantenere un Comitato permanente si di giorno che di notte facendoci somministrare il pranzo dalla cucina del Palazzo Nazionale e coricandoci sopra gli stessi effetti che venivano versati per il servizio della truppa. Videro li membri dell’ Amm. Gen. Massima quelli che componevano il Comitato Centrale questo disordine , ad essi noi abbiamo richiesto incessantemente qualche riparo manifestando il vivo nostro desiderio di tenere in giorno il risultato delle nostre operazioni , chiedendo un organizzazione , un esatta Controlleria , un locale più capace , un aumento di individui per assistenza del Comitato , un Ragionato che tenesse i registri e protestando non essere possibile che una macchina cotanto disorganizzata potesse muoversi regolarmente. Cade qui a proposito il richiamare alla memoria il giorno in cui dalla Caserma posta al palazzo altre volte di Governo partì la prima Coorte ossia il primo Battaglione che si portò a Verona in occasione che l’ armata di Alvinzi discese in Italia , partenza ordinata celermente dal Genle in Capo in tempo che il Battaglione era sprovveduto di tutto noi non possiamo descrivere la confusione di quella giornata nella distribuzione degli effetti ai Volontari essi venivano levati a tutta fretta dal nostro Comitato trasportati alla Caserma o sopra qualche carro o dentro di una carozza: il battaglione era sotto le armi pronto alla partenza , alla vista degli effetti nessuno poteva mantenere l’ ordine , scomposte tutte le file i soldati si gettavano per così dire in massa sopra gli effetti che dovevano essere loro regolarmente somministrati e se ne provvedevano al bisogno prima che noi ne avessimo ancora ottenute le ricevute. Meglio descriverebbero quella confusione di cose li Cittadini Amministratori
Visconti e Sommaria li quali si trovarono presenti con noi in quel giorno per scegliere dal Corpo i volontari quelli che dovevano essere ufficiali: essi conobbero la perfetta nostra disorganizzazione , udirono le nostre proteste , e ci animarono le tante volte a soffrire , a continuare con coraggio nell’ opera incominciata , che essendo il disordine divenuto necessario conveniva ripararlo alla meglio che si sarebbe in breve organizzato il tutto e che con un piano stabile si sarebbe provveduto all’ indennità dal nostro carattere già conosciuto ed esperimentato ma che non dovessimo toglierci da un impresa che abbandonata una volta non poteva che andare alla peggio. Successivamente ogni volta che da noi si parlò dei disordini e del nessun sistema o col Comitato Centrale o coll’ Amministrazione in Corpo , i nostri discorsi , ed anche i nostri scritti contenevano riclami e proteste ma noi avevamo intrapresa l’ opera e per necessità dovevamo continuarla nostro malgrado.
L’ amore della pubblica causa li lusinga d’ una promessa vicina organizzazione ci teneva compromessi finora . Ma continuiamo la storia di fatto.
Li delegati dell ‘Amministrazione Generale per comporre il Comitato Centrale distratti dalle molteplici incombenze di cui l’ Amministrazione stessa doveva occuparsi non furono in grado di tener dietro alla giornaliera marcia dei disordinati nostri affari e l’ Amministrazione ne affidò il peso al solo Cittadino Dell’ U. Il disordine cresceva invece di diminuirsi , insensibilmente e quasi senza accorgersi il Comitato si trovò caricato di tutto il peso della Legione non si parlò di coorti Pavesi , Lodigiane , Comasche o Cremonesi , si aggiunse un corpo Ausiliario Polacco , che in breve tempo sorpassò li sei mille uomini: cresciuta la truppa scarseggiavano i fondi per montarla e mantenerla ; nacque il bisogno di grandioso ospitale continuano li nostri riclami le nostre proteste non tanto all’ Amministrazione ma ben anche alla Municipalità che ci aveva delegati: ci crediamo consolati colla destinazione fatta dall’ Amministrazione del Ragionato Sabbioni e del Pagatore Gen.le Citt. Carcano; questa nostra consolazione non dura tre giorni , mentre il Ragionato Sabbioni più non compare , il Cittadino Carcano rinuncia benché questi fattosi carico delle nostre circostanze continuò finora ad assisterci con zelo instancabile in tante altre operazioni dirigendo l’ ufficio dei Boni e quello del Treno; cessate queste speranze fuvvi perfino un tempo in cui per alcune settimane il Cittadino Beccarla rimase solo al disimpegno di tutti gli affari di dettaglio , giacche stanchi gli altri di ulteriormente protestare ed occupato al Comitato di Polizia di cui erano membri più non amavano di trattenersi al Comitato Militare di cui solo trattavano gli affari di massima col Comitato Centrale ed invece attendevano più assiduamente al Comitato suddetto di Polizia ove le loro fatiche erano utili in qualche parte e ne vedevano almeno gli effetti.
Mossa finalmente da continuate istanze la Municipalità nostra fornì il Comitato di un Ragionato nella persona del Cittadino Crespi e si organizzò il bureau corrispondente: compito il numero dei membri della Municipalità sulle replicate nostre rimostranze si aggiunsero due membri al nostro Comitato , cioè prima il Cittadino Buzzoni indi il Cittadino Ragni e richiamato alla Municipalità il Cittadino Buzzoni sottentrò il Cittadino Prandina ; essendo pure stato richiamato il Cittadino Ragni.
In conseguenza delle date disposizioni sembraza che le speranze se non di uno stabile sistema almeno di un piano provvisorio non dovessero essere più illusorie ma potessero prendere a poco a poco qualche solidità per cui ripresero lena li Cittadini Tordorò e Caccianino nell’ assistere più al Comitato Militare di quello facessero al Comitato di Polizia coll’ intenzione che così fra tuttisi potessero mettere sul giorno gli affari del Comitato. Avvertasi che allorquando il meschinissimo locale che occupava il Comitato al Palazzo Nazionale non fu più assolutamente in stato di capire gli effetti Militari che in gran copia vi affluivano , furono gli stessi effetti trasportati a San Marco dove essendovi già il Deposito de’ Zappatori si formò un magazzino e di concerto col Comitato Militare Centrale fu nominato Magazziniere alla custodia del medesimo il Cittadino Lorenzoni e dopo un certo tempo questo magazzino fu trasportato da San Marco a santa Teresa il tutto di concerto coll’ Amministrazione. Stabilita la Ragionateria del Comitato fu invitato il Lorenzoni a dare li conti del proprio magazzino , giacché da questa prima operazione doveva dipendere tutta l’organizzazione e la controlleria dei Registri del Comitato , fu lusingato il Comitato che li conti stessi si sarebbero ottenuti ora dentro una decade , ora dentro cinque giorni , mai però ne poté venire a capo , furono accresiuti gradatamente diversi soggetti al Magazzino alfine di potere una volta compilare i registri si del Magazzino che della Sartoria che colà si esercitava , alla testa della quale operazione fu posto dal Comitato Militare Centrale il Cittadino Binfereri ma il tutto fu inutile ; cosicché finalmente con piena approvazione dell Amministrazione Generale fummo obbligati di destituire il Magazziniere Lorenzoni ed il capo sarto Del Bono , avendovi sostituito l’ Ispettore Rigetti col Magazziniere Barnaba Cajmi a cui successe il Cittadino Casiraghi nel quale tempo fu per opera del Cittadino attuario Zucchi rilevato un inventario avendo prima posti i suggelli a tutti gli usci del Magazzino ed avendo suggellate tutte le carte ; questa operazione si è incominciata nel principio di questo mese di messidoro così che le carte rimangono tuttavia suggellate e siamo ora in procinto di dar mano all’ opera colle dovute legalità sempre però veniamo incagliati dalle nessarie opere del giorno. Tutto sembrava prendere buona piega , allorquando nacquero delle contestazioni fra li nuovi ispettore e magazziniere , cosicché l’ Ispettore chiese la sua rinuncia e fu dimesso ed il magazziniere protestò di non voler più continuare per cui per altri titoli non ha ancora apposta la sua firma all‘ inventario.
Ecco lo stato attuale delle cose rispetto al Magazzino , una sistemazione di esso è urgentissima altrimenti non ne verremo mai a capo di nulla. Siamo però nelle più sicure speranze che il Ministro della Guerra ordinerà provvidamente tutto ciò che nel più breve tempo possa porre argine ai disordini e cancellare l’ interesse pubblico.
La accennata storia di fatto non comprende che i punti più rimarchevoli: a nessun uomo è possibile il richiamare e tessere una storia di tutti gli intralci ed incrocicchiature che si succedettero alla giornata ; esse erano però tali da riscaldar la mente alle anime le più fredde e da trasportare
persino ad escandescenza gli uomini più sofferenti ; alla suddetta storia noi ceniamo in copia alcune pezze di giustificazione che sono le principali abbandonando tant ‘ altre che sarebbero pure interessanti ma che non aggiungerebbero pure un grano alla giustificazione nostra che andiamo in sommo grado provata. Il seguito sfortunato degli indicati accidenti non avrebbe portato il disordine fino a questo momento , sarebbe questo stato diminuito e fors’ anche tolto in questi ultimi tempi se tuttogiorno non fossimo stati oppressi da grandiose incombenze e tutte volute della Massimo Urgenza.Unite alle suddette pezze giustificative si ritrovano alcune carte provanti il metodo che si teneva nel rappresentarci i bisogni dell’ Armata , benché infinitamente più dovessimo soffrire dai riclami che ci venivano fatti a viva voce. Credevamo noi finalmente che la truppa fosse montata e di tutto fornita e vivevamo nella speranza che a nulla più dovessimo abbadare che alla loro manutenzione , all’ aumento regolare delle reclute , al pagamento de’ debiti contratti che poteva verosimilmente calcolarsi a poco più di duecentomille lire e che potessimo segregare qualche ora della giornata nell’ assesto de’ nostri affari nel ridurre in ordine le passate operazioni e nel dare un sistema ben più esatto alle nuove; quand’ ecco improvvisamente ci piomba sul capo un peso che sarebbe stato enorme ad affari sistemati , egli divenne poi insopportabile nel mezzo della disorganizzazione: siamo costretti a dare provvidenze tali come che la truppa fosse del tutto nuda , si cangia la foggia degli uniformi e dei capelli e ci viene ordinato di approvisionare due Legioni intiere oltre gli artiglieri e due corpi di cavalleria e nacque nello stesso momento una terza Legione
al principio della quale abbiamo pur noi dovuto preovvedere ma che poi fu traslocata a Modena
a carico di quella provincia. In conseguenza di tutto ciò non si è potuto più con assiduità attendere al richiamo dell’ ordine , le incombenze crebbero in ragione decupla. Mancò il denaro , crebbero i debiti e la folla dei creditori ci opprime e non si è più anco soddisfare in tutto alle disposizioni per per l’ esecuzione delle quali fummo incaricati. Deduciamone ora la conseguenza che riguarda noi soli. Noi siamo autorizzati a provvisoriamente continuare nella nostra incombenza con quella forma , e sotto le stesse cautele , colle quali fummo dalle cessate superiori Autorità abilitati ad agire Severo è l’ esposto quale è la forma quali le cautele e quale per conseguenza la nostra responsabilità. Per quello che riguarda il tempo passato terminate tutte le operazioni e messi in chiaro giorno i conti che lo riguardano si conoscerà se abbiamo agito con zelo , con fermezza anche nel mezzo del disordine ed è assai desiderabile per noi che si possa calcolare la quantità del danno nato dalla perfetta disorganizzazione , contro la quale abbiamo sempre protestato; se il danno si troverà di poca entità servirà di ultima luminosa prova in nostro favore ; per quello poi che riguarda il tempo avvenire provvisorio , non possiamo che replicare le già fatte proteste e dire apertamente che non abbiamo altra responsabilità fuorché quella degli uomini onesti e che amministrarono le sostanze del pubblico con molto maggiore attaccamento ed accuratezza di quello che non abbiamo giammai amministrate le proprie.
Beccaria Tordorò Caccianino
Segue una lista di documenti che in origine dovevano accompagnare la memoria , purtroppo questi documenti non sono più allegati.
Archivio di Stato di Milano
Archivio di Stato di Como
Biblioteca Comunale di Como
Cronaca Rovatti Modena
Biblioteca Civica Lodi